a cura della Dott.ssa Martina Messina
In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca.
(John Miur)
Quando ci troviamo in riva al mare, davanti a un tramonto, o in un bosco è semplice cogliere i benefici che la Natura apporta al nostro benessere psicofisico. In questi luoghi, spesso percepiamo una notevole sensazione di relax e di pace che non riusciamo a spiegarci, o di cui non abbiamo piena consapevolezza.
Anche gli Psicologi del Filo Rosso sono fermi sostenitori del processo di consapevolezza ecologica, poiché conoscono e hanno sperimentato i benefici della natura per il benessere psicofisico della persona.
Una prospettiva scientifica
Esistono molteplici studi recenti a sostegno dei benefici delle passeggiate in Natura. In particolare, uno studio del Prof. Richar Ryan (Ryan et al., 2010) ha evidenziato come le persone che trascorrono del tempo a contatto con la natura siano più energiche, più solari, più attive e in linea generale più cariche di vitalità, rispetto alle persone che trascorrono molto tempo in ambienti chiusi, urbani, o privi di verde. Lo studio mostra qualcosa che alcune discipline orientali e antiche tradizioni popolari sostengono già da molto tempo: mantenere il contatto con la terra ha il potere di ricaricare le nostre batterie molto più di qualsiasi integratore venduto al supermercato.
Vi è mai capitato di alzarvi molto presto per fare una passeggiata in natura o semplicemente per ammirare un paesaggio? Provando, potreste scoprire che immergersi nella natura è più rigenerante di una tazza di caffè presa a prima mattina. L’esperienza in natura, infatti, può incrementare il funzionamento di alcune aree cerebrali e migliorare la loro sincronia. Secondo studi recenti (Hunter et al., 2010), sperimentare l’immersione in paesaggi naturali e l’esposizione ai suoni della natura è associata a un incremento significativo della connettività tra la corteccia uditiva e la corteccia prefrontale mediale, implicata nella valutazione degli stati mentali. Analogamente, i ricercatori hanno osservato un potenziamento della connettività tra il giro cingolato posteriore, la corteccia tempoparietale e il talamo.
Inoltre, sembra che l’attività in natura possa attenuare alcuni sintomi dell’ADHD e migliorare la concentrazione (Talylor and Kuo, 2011) e aumentare considerevolmente l’autostima (Barton & Pretty, 2010). Analogamente, studi condotti presso l’università del Michigan hanno dimostrato che le passeggiate in natura possono incrementare le funzioni cognitive e in particolare migliorare del 20% la memoria (Berman, Jonides & Kaplan, 2008).
A partire da queste premesse, non dobbiamo sottovalutare i benefici derivanti dal semplice atto di camminare. Questa attività, tanto naturale per ogni essere umano, ha infatti molteplici benefici oltre quello di aiutarci a distendere la mente. Camminare libera endorfine, neurotrasmettitori responsabili del senso di euforia e di ottimismo. Inoltre, riduce i livelli di cortisolo nel sangue, e di conseguenza riduce lo stress, e stimola l’attività del lobo frontale, incrementando la creatività fino al 60% (Atchley et al., 2012).
Rallentare: uno strumento per la riduzione dello stress
La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza.
(Lao Tsu)
Dopo aver dato uno sguardo ai dati scientifici più rilevanti, è necessario ricordare un concetto importante, un grande insegnamento della natura: possiamo rallentare, o addirittura fermarci quando ne sentiamo il bisogno. La stagione invernale potrebbe essere un ottimo esempio di questo: l’inverno ci insegna a fermarci e a dedicare attenzione ai nostri processi interiori.
La vita, che gran parte di noi conduce oggi, ci vuole sempre sommersi di cose da fare, senza tempo da dedicare a noi stessi e travolti dai ritmi frenetici delle grandi metropoli. Camminare in Natura ci consente di ricordare cosa significa fermarsi, rallentare e ritrovare il contatto con noi stessi e con le nostre emozioni, nel Qui e Ora. Trovare il tempo per fermarci può aiutarci a ridurre lo stress e a riportare il focus su “ciò che è buono per noi”, mettendo da parte “ciò che non lo è”. Inoltre, camminare in natura ha un effetto terapeutico significativo, poiché contribuisce all’autoregolazione emotiva e alla rimodulazione delle emozioni più acute (Morita et al., 2006).
Questione di connessione
Vado verso la natura per essere cullato e guarito, e avere i miei sensi messi in ordine.
(John Burroughs)
In un momento storico in cui il contatto è etichettato come “pericoloso” ed è aumentata la percentuale del tempo che trascorriamo connessi alla rete, ritrovare il contatto con la natura può aiutarci a rimettere ordine nella nostra mente e a coltivare il nostro benessere psicologico. Il tempo che trascorriamo in connessione virtuale rischia, infatti, di allontanarci dalle connessioni realmente importanti: il contatto con noi stessi e le relazioni con gli altri.
Noi siamo Natura. E in natura possiamo ritrovare la strada del nostro benessere psicofisico.