a cura della Dott.ssa Sara Scia
Foto di Albert Laurence
Oggi, 27 gennaio, in tutto il mondo si celebra il giorno della memoria. Tale evento ci riporta a una pagina buia della storia umana, ricordandoci lo sterminio messo in atto tra il 1933 e la metà degli anni quaranta dalla Germania nazista e dai suoi alleati verso gli ebrei europei e tutte le persone ritenute “inferiori” per motivi razziali e politici o “indesiderabili” agli occhi della società.
Come si spiega l’odio dei nazisti?
Come è stato possibile un tale omicidio di massa?
Primo Levi, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz, in Se questo è un uomo, scrive:
L’avversione contro gli ebrei è un caso particolare di un fenomeno più vasto e cioè dell’avversione contro chi è diverso da noi.
Queste parole ci aiutano a comprendere quanto quella violenza, che ci appare tanto lontana nel tempo e umanamente distante da noi, possa invece riguardare tutti, oggi, e in ogni contesto di vita.
Assistiamo infatti quotidianamente a episodi di discriminazione, fondati su pregiudizi negativi nei confronti di chi è considerato “diverso” e di conseguenza “nemico”.
Noi psicologhe de “Il Filo Rosso” riteniamo che questa giornata debba rappresentare, sí, il ricordo di un capitolo della storia che non deve assolutamente ripetersi, ma anche un’occasione di riflessione riguardo a ciò che ciascuno di noi può fare, oggi, per rendere la nostra società più equa e giusta per ogni essere umano.