a cura della Dott.ssa Filomena De Falco
Si definiscono animali da compagnia o animali d’affezione tutti quegli animali con i quali gli esseri umani convivono per compagnia. La maggior parte degli animali d’affezione appartiene a un numero preciso di specie che hanno determinate caratteristiche, principalmente nel comportamento, che rendono tali animali adatti a essere di compagnia per l’essere umano. Gli animali d’affezione più diffusi sono i cani, i gatti, i pesci, i conigli e gli uccelli. Rientrano nella categoria anche alcune specie di rettili, come tartarughe, serpenti, iguana, alcuni tipi di anfibi e i ragni.
Sono numerose le evidenze scientifiche e le pratiche cliniche, come la Pet Therapy, che confermano che la compagnia di un animale domestico può contribuire al benessere psicofisico.
Un’interessante rassegna di studi sull’argomento è stata pubblicata di recente da Deborah Wells (2009) – Queen’s University – in cui l’autrice evidenzia gli effetti fisiologici e psicologici nel breve e lungo termine, mostrando che gli animali da compagnia possono contribuire a migliorare la salute e la qualità della vita delle persone con cui convivono.
Gli effetti sulla salute a breve e a lungo termine
Riguardo agli effetti sulla salute a breve termine, Deborah Wells, partendo da alcune evidenze, ritiene che gli animali da compagnia possano fungere da moderatori dello stress, se si escludono fattori negativi quali allergie o fobie verso l’animale. Coccolare il proprio animale, infatti, è un gesto tenero, piacevole e, secondo alcuni studi, anche salutare. Accarezzare un animale provoca un momentaneo abbassamento della pressione sanguigna e del ritmo cardiaco (Eddy, 1996) e l’effetto risulta maggiore se si accarezza il proprio animale piuttosto che un animale sconosciuto (Schuelke et al., 1991). Altri studi hanno evidenziato che la sola presenza del proprio animale da compagnia ha gli stessi effetti positivi sul benessere psicofisico (Katcher et al., 1983).
Lo studio riguardante gli effetti sulla salute a lungo termine è più complesso ma numerose sono le ricerche che sostengono che ci sia una relazione tra il prendersi cura di un animale e la salute e il benessere globali dell’individuo. Alcune ricerche evidenziano che chi ha un animale si rivolge con minor frequenza al medico rispetto a chi non ha animali (Headey, 1998). Altre ricerche evidenziano, inoltre, che chi ha un animale ha un minor rischio di sviluppare malattie cardiache (Anderson, Reid e Jenning, 1992) e un minor livello di trigliceridi nel sangue (Dembicki e Anderson, 1996). La presenza di un animale può inoltre migliorare il recupero dello stato di salute in seguito a malattie, fenomeno che sembra più significativo per i padroni di cani (Friedmann e Thomas, 1995).
Gli effetti sul benessere psicologico
Gli studi di Wells evidenziano anche che gli animali da compagnia, oltre ad avere effetti sulla salute fisica delle persone, possono migliorare anche il benessere psicologico, modulando gli effetti di alcuni eventi di vita stressanti (es. divorzi, lutti), riducendo i livelli di ansia, di solitudine e di depressione (Folse et al., 1994) e contribuendo a rafforzare sentimenti di autonomia, competenza e autostima (Triebenbacher, 1998).
L’autrice evidenzia che gli aspetti che possono essere influenzati dal prendersi cura di un animale sono:
- CONTATTI SOCIALI: i dati raccolti dimostrano che la relazione con l’animale riaccende l’interesse verso gli altri, attraverso stimoli sensoriali tattili e visivi creando un’empatia che induce anche pazienti depressi e in isolamento sociale a reagire e a sentirsi utili. I benefici della relazione sono evidenti soprattutto nei bambini nei quali l’animale, oltre a catturare l’attenzione, stimola l’accettazione di sé, e negli anziani nei quali si registra anche un effetto positivo sul piano fisico, oltre che psichico, in quanto essi vengono stimolati a compiere attività motorie (accudimento dell’animale, passeggiate ecc.). Gli animali da compagnia possono favorire e facilitare le interazioni sociali tra le persone, favorendo gli incontri e lo scambio tra individui che condividono la stessa passione. Un esempio è dato dal portare il proprio cane a passeggiare ed avere così l’occasione di socializzare con altre persone che passeggiano con il proprio cane (Wells, 2004);
- SOLITUDINE E ISOLAMENTO: diversi studi hanno rilevato la capacità degli animali d’affezione di ridurre il senso di solitudine e l’isolamento sociale (Headey, 1998);
- DEPRESSIONE: alcune ricerche hanno rilevato una correlazione tra il prendersi cura di un animale e l’abbassamento dei livelli di depressione (Guest et al., 2006), anche negli anziani (Roberts et al., 1996). In base a quest’ultima evidenza si potrebbe ipotizzare che per le persone anziane la compagnia di un animale abbia effetti positivi sulla salute psicologica.
In che modo un animale migliora la salute generale dell’uomo?
Wells sostiene che le ricerche scientifiche in merito non risultano ancora numerose. Tuttavia avanza delle ipotesi su come la convivenza con un animale d’affezione possa influire sul benessere generale degli individui. L’autrice ipotizza che il legame tra animale e persona possa essere vissuto come una relazione affettiva significativa. Con un animale, infatti, è possibile sviluppare un legame affettivo forte tanto quanto quello tra persone. Molte persone considerano il proprio animale a tutti gli effetti come un membro della famiglia o lo trattano come un figlio (Archer, 1997). Questo rapporto uomo-animale può incrementare il livello di benessere della persona, perché può rappresentare una relazione di attaccamento o una relazione in grado di fornire supporto sociale (Collis e McNicholas, 1998). Le persone, infatti, possono sentirsi coinvolte in una relazione di mutuo scambio di affetto e stima. I propri animali, inoltre, sono spesso vissuti come non giudicanti, capaci di amore incondizionato e fedele. Tale percezione di ricevere supporto e amore potrebbe spiegare i benefici sulla salute di persone che convivono con un animale. I benefici per la salute possono arrivare anche in modo indiretto. Ad esempio, guardare un acquario potrebbe rappresentare una distrazione da un evento stressante e passeggiare con il proprio cane comporta un incremento dell’attività fisica che può agire indirettamente sul benessere psicologico (Brown e Rhodes, 2006).
Sulla base della rassegna evidenziata, gli animali potrebbero dunque avere un valore preventivo e terapeutico per le persone. L’autrice precisa che gli studi considerati non sono tutti metodologicamente robusti e che sono necessarie ulteriori ricerche in merito ma, in ogni caso, gli animali potrebbero avere un ruolo prezioso, attualmente sottostimato, nella promozione del benessere.
Gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)
Gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), genericamente indicati con il termine di “Pet Therapy”, comprendono un’ampia gamma di progetti finalizzati a migliorare la salute e il benessere delle persone con l’aiuto di “pet”, ovvero di animali da compagnia o animali d’affezione. Gli animali domestici possono svolgere un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi e il loro impiego, in ambito terapeutico, non solo ha avuto una notevole diffusione ma, uscito dall’empirismo iniziale, sta seguendo sempre più un approccio scientifico. Nonostante in Italia sia ancora esiguo il numero di pubblicazioni scientifiche attestanti l’efficacia terapeutica degli interventi con gli animali, i risultati di alcuni progetti di ricerca condotti in collaborazione con il Centro di Referenza nazionale per gli IAA e/o con l’Istituto Superiore di Sanità e i successi ottenuti negli anni presso noti Centri di eccellenza, quali l’Ospedale Meyer di Firenze e l’Azienda ospedaliera Niguarda di Milano, sono incoraggianti. L’impiego degli animali in vari ambiti terapeutici determina non solo una migliore risposta del paziente ma spesso concorre alla riduzione dell’uso dei farmaci, con ulteriori vantaggi sia per la qualità della vita che in termini di costi per la collettività. Tuttavia gli IAA, soprattutto in funzione del coinvolgimento di utenti appartenenti a categorie più deboli (malati, bambini, anziani, persone con disabilità), devono essere improntati su rigorosi criteri scientifici e necessitano di una regolamentazione specifica volta a tutelare sia il paziente/utente che gli animali coinvolti. Il Ministero della salute, al fine di promuovere la ricerca, di standardizzare i protocolli operativi e potenziare le collaborazioni fra medicina umana e veterinaria, nel giugno del 2009 ha istituito il “Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali e Pet Therapy ” e ha iniziato un intenso lavoro conclusosi con l’approvazione il 25 marzo scorso dell’Accordo Stato, Regioni e Province autonome recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”. Tale Accordo ha raccolto il crescente interesse della società verso trattamenti volti a garantire il recupero del benessere globale dell’individuo malato o in difficoltà, di promuovere lo studio e la diffusione dei vari tipi di attività svolte con gli animali uniformando i comportamenti degli operatori. L’indirizzo e la standardizzazione dell’operato dei centri che svolgono la Pet Therapy consentiranno la realizzazione di esperienze confrontabili dal punto di vista dell’efficacia terapeutica, rafforzando un approccio scientifico all’impiego degli IAA. (fonte: Vito De Filippo Sottosegretario di Stato alla Salute)
Adottare salva più vite: quella di chi viene adottato e quella di chi adotta
Noi psicologi de “Il Filo Rosso-Psicologi in Rete” desideriamo lanciare un messaggio per noi importante su un tema, quello degli animali, che ci sta particolarmente a cuore e che sosteniamo anche nella nostra quotidianità. Numerosi sono i canili, i rifugi, le associazioni in cui si trovano tante gabbie e box pieni di anime che attendono solo una vita degna di essere chiamata tale. Alcuni di questi animali nascono in strada per poi venire segnalati, accalappiati e portati in canile. Altri nascono direttamente nei rifugi, altri finiscono in questi luoghi dopo aver sperimentato l’atrocità dell’abbandono. Molti di questi animali trascorrono tutta la loro vita in questi box con la vana speranza che qualcuno si accorga di loro, ma restano lì, silenziosi e invisibili, fino alla fine dei loro giorni. Adottare vuol dire scegliere un amore eterno che sarà riconoscente per tutta la vita. Gli animali che hanno sofferto tanto riescono ad apprezzare più di chiunque altro l’amore che ricevono e ne danno il doppio indietro. Adottando non salverete solo la vita dell’animale che sceglierete di adottare ma vi accorgerete che sarà anche lui a salvare la vostra dimostrandovi ogni giorno, con riconoscenza e fedeltà, che l’amore vero è una cosa semplice, che esiste un amore che non ha dubbi né domande, che non ammette divorzi, che non ha ostacoli, che ci consente di scrutare oltre la linea dell’orizzonte facendoci arrivare all’essenza delle cose.
Adottare è una scelta e un impegno d’amore quotidiani che non ammette ripensamenti. Adottare significa amare in modo consapevole e responsabile.