a cura della Dott.ssa Carmen Giannetti
Nell’accezione comune del termine, spesso, si tende a sovrapporre tra loro le parole educazione ed istruzione.
Seppur apparentemente simili, tanto da poter essere considerate due facce della stessa medaglia, esse hanno in realtà due finalità distinte. Entrambe di derivazione latina, il termine educazione deriva da ex-ducere “tirare fuori” ossia trarre dalle persone ciò che queste possono sviluppare in modo autentico e personale riferendosi, dunque, alle potenzialità innate tali da essere stimolate e guidate.
D’altro canto, il termine istruzione deriva da in-struere “portare dentro”, per cui si riferisce maggiormente all’aspetto nozionistico, attraverso il quale, acquisiamo dati e informazioni.
Ciò che emerge è, più che altro, la loro continuità di azione mirante alla formazione globale della personalità di ciascun individuo.
Un’educazione corretta e, soprattutto equa, risulta essere centrale per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile del Pianeta. A tal proposito, è nata l’esigenza da parte dell’ONU di istituire una giornata dedicata al tema dell’Educazione che ricorre ogni anno il 24 Gennaio, basata sull’importante premessa che l’istruzione, fattore che concorre fra tanti altri a far si che l’educazione possa implementarsi, rappresenti un diritto umano oltre che una responsabilità civile.
Solo attraverso un’istruzione garantita a tutti, e quindi equa, può esserci sviluppo ed uguaglianza di genere, in quanto a tutti gli individui vengono offerti gli strumenti per uscire da una condizione di svantaggio o di povertà.
Possiamo affermare che il detto Storia Magistra Vita trovi il suo fondamento morale e civile proprio nella trasmissione, ad ogni generazione successiva, di tutto ciò che sia legato all’azione di educare i giovani, specie sull’importanza di acquisire capacità critiche di riflessione e risoluzione dei problemi, oltre ad evitare di ricadere negli errori del passato.
Spesso dimentichiamo che tali diritti non vengono applicati in modo unitario ed equo in tutti i paesi del Mondo. Ad esempio sono circa 262 milioni i bambini e i ragazzi che non frequentano la scuola, 4 milioni i giovani e i bambini rifugiati, mentre nell’Africa Sub-Sahariana meno del 40% delle ragazze completa la scuola secondaria inferiore. Non possiamo fare a meno di chiederci quale futuro li attenderà!
La direttrice dell’UNESCO Audrey Azoulay scrive che l’istruzione rappresenta la chiave di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile e, a tal proposito, è stato messo a punto anche uno strumento online chiamato “Education Progress” il quale misura, in ogni paese, i progressi compiuti nel raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sull’istruzione.
L’opinione comune vuole una persona educata come una persona gentile, che conosce il valore e il significato delle cose, nella propria vita, mediante norme morali e culturali e non per leggi esterne imposte: un processo di acquisizione, questo, che inizia fin da piccoli. Dapprima nella famiglia di origine e, successivamente, tra i banchi di scuola passando per le varie forme di Educazione: partendo da quella affettiva ed emotiva, morale, civica, psicocorporea, nella forma di psico educazione che reca con sé anche l’attenzione agli aspetti psicosociali dell’essere umano, specie durante la delicata fase di vita adolescenziale, ancora pensiamo all’educazione digitale fondamentale in questo nuovo millennio tecnologico e multimediale; tema quello dell’educazione che, sostanzialmente, continua lungo tutto l’arco della vita non esaurendosi, quindi, con la fase di vita adulta.
Di fatto, dal 2012, in Italia la legislazione ha normato l’Educazione Permanente degli Adulti, anche conosciuta come Life Long Learning, a voler sottolineare l’importanza che educazione e formazione rivestono nell’attuale società in cui viviamo definita come società complessa, dove lo sviluppo tecnologico e multimediale corre veloce facendo sì che in media, ogni cinque anni, le conoscenze e le relative competenze acquisite diventino oramai obsolete.
Un’altra conquista importante è stata spostare l’attenzione delle coscienze sul concetto di Didattica e relative forme di Istruzione di tipo inclusivo. La Didattica Inclusiva, nelle scuole, mira ad intervenire anzitutto sul contesto nella sua globalità e poi sui soggetti attenzionando, in particolare, i vari livelli del processo personale guardando, fin da piccoli, tutti gli alunni indistintamente e nelle loro potenzialità.
In tal modo è possibile rendere giustizia all’evoluzione e allo sviluppo di una società civile, guardando all’inclusività, combattendo l’analfabetismo, puntando sulla continuità dell’alternanza scuola lavoro.
Vi lasciamo con una riflessione che parte da queste ultime considerazioni:
non è forse un bisogno, un desiderio di ciascuno, essere incluso e far parte di un insieme più grande? Sappiamo che, fin dalla nascita, l’essere umano è considerato un animale sociale. Ecco, questo tipo di socialità positiva è ciò che può garantire un’educazione ad ampio spettro e, viceversa, educarci rappresenta la più alta forma di progresso!