a cura della Dott.ssa Carmen Giannetti
Ci hanno insegnato fin da piccoli come è formato il corpo, i suoi organi, le sue ossa, le sue funzioni, ma mai abbiamo saputo da che cosa è composta l’anima.
Mario Benedetti
Salovey e Mayer introducono il concetto di intelligenza emotiva definendolo come “la capacità degli individui di monitorare le sensazioni proprie e quelle degli altri, discriminando tra vari tipi di emozione ed usando questa informazione per incanalare pensieri ed azioni”.
Va da se la considerazione che tale capacità sia essenziale per sviluppare l’empatia, nonché per affinare le capacità di riconoscimento, gestione e regolazione delle emozioni: consapevolezze, queste, che ci permettono di muoverci in modo positivo e funzionale nell’ambiente che ci circonda.
Dopo la famiglia, la scuola rappresenta la seconda agenzia di socializzazione per il bambino dove, tra l’altro, si esplicano altre due dimensioni importanti per lo sviluppo: relazioni ed apprendimenti.
Shapiro sostiene che la capacità di un bambino di esprimere a parole le proprie emozioni sia una capacità fondamentale e, sulla base di ciò, risulta fondamentale che la scuola attenzioni lo sviluppo delle emozioni, fin da piccoli, implementando programmazioni didattiche che promuovano e potenzino attività legate all’Educazione Emozionale.
I bambini che imparano a gestire le proprie emozioni e a controllare i propri istinti tollerano maggiormente la frustrazione e le situazioni stressanti, imparano a comunicare in modo più specifico i propri stati emozionali e sono in grado di sviluppare relazioni positive con la famiglia e gli amici, ottenendo maggiori successi personali a scuola, a lavoro e nella vita.
Inoltre, attenzionare l’Educazione Emotiva dei bambini permette anche di poter offrire loro preziosi strumenti per imparare a conoscere e comprendere il loro mondo interiore, decodificandolo ed esprimendolo con le giuste parole; integrando aspetti emotivi, cognitivi e sociali in vista della costruzione di un’identità e una personalità, adulte, parimenti integrate.
Tali condizioni agiscono, sinergicamente, nella direzione di un migliore adattamento in quanto apportano una maggiore consapevolezza e conoscenza di sé ed un potenziamento nelle proprie strategie di problem-solving e gestione dei conflitti.
L’attenzione all’importanza dell’insegnamento dell’Educazione Emozionale, nelle scuole, viene rafforzata anche dal punto di vista legislativo con il Disegno di Legge n. 1635, presentato in Senato, che intende introdurre nelle scuole l’ora di educazione emozionale.
L’attuale Pandemia da Covid19 ha fatto si che si andasse sempre più nella direzione della Flipped Classroom o “Classe capovolta”, rivoluzionando il mondo dell’insegnamento/apprendimento nella direzione di una Didattica a distanza fruibile, esclusivamente, in modalità online.
Tutto ciò, se da un lato continua a garantire il diritto allo studio promuovendo anche un insegnamento sempre più inclusivo, dall’altro contribuisce a creare/evidenziare non poche difficoltà personali, emotive e comportamentali, tanto per gli alunni quanto per gli insegnanti e, non da ultime, per le famiglie. Tre categorie di soggetti costrette a rivedere, aggiornare e a dover mettere in campo le proprie competenze digitali, in taluni casi, scontrandosi con mondi e modelli totalmente sconosciuti.
Sovente possono verificarsi vissuti ansiosi o depressivi, frustrazione e aggressività, sensazione di isolamento e solitudine, percezione di incapacità, sconfitta personale e, non da ultimo, tensioni che si estendono alla famiglia e agli insegnanti, rischiando di mettere in crisi anche altri contesti di vita.
Come fare per trovare strategie funzionali, cercando di limitare tali difficoltà?
Di seguito, alcune proposte:
- Garantire un buon clima emotivo;
- Creare un ambiente emotivo “sicuro”;
- Validare l’emozione provata, mostrando empatia;
- Favorire ed incoraggiare il personale stile espressivo;
- Promuovere autostima, autonomia ed autoefficacia;
- Motivare la curiosità;
- Favorire l’esperimento didattico;
- Lavorare con contenuti multimediali (prediligendo le immagini);
- Diminuire la quantità di compiti assegnati;
- Diluire l’orario delle lezioni;
- Attenzionare il modellamento, dando risposte emotive adeguate;
- Non creare allarmismi riguardo i tempi di studio e consegna
- Invitare ad un uso corretto della tecnologia;
- Organizzare il lavoro in Team professionali;
Noi psicologhe del “Filo Rosso”, nell’augurarci che la difficile situazione pandemica possa concludersi quanto prima, ci auspichiamo che tali ed ulteriori proposte sempre ritagliate ad hoc per ogni insegnante e alunno, possano contribuire a far si che il lavoro didattico risulti maggiormente fruibile, sereno e, soprattutto, creativo!