a cura della Dott.ssa Sara Scia
Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere.
Albert Einstein
Le psicologhe del Filo Rosso, che hanno costruito una Rete di persone, non possono non ricordare che oggi, il 20 dicembre, è la Giornata Internazionale della Solidarietà Umana. Questa giornata può essere considerata come la consapevolezza dell’appartenere a una grande comunità e come la propensione a condividere necessità e bisogni, attraverso iniziative di sostegno individuale o collettivo, di tipo materiale o morale.
La Giornata Internazionale della Solidarietà Umana è stata istituita nel 2005 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una Risoluzione. In tale atto la solidarietà viene considerata un valore fondamentale e universale, che dovrebbe essere sempre alla base delle relazioni tra i popoli. Ciò rappresenta l’intenzionalità da parte di tutti i paesi del mondo di lavorare e cooperare in sinergia, per raggiungere obiettivi comuni e per costruire un futuro sicuro e prospero per tutti. Questo accordo solidale, dovrebbe essere solido al punto che, nella risoluzione globale di problemi internazionali, l’arricchimento e la prosperità di alcune nazioni non rappresentino un danno economico ed umanitario per altre. Proprio a proposito di questo, al Summit Mondiale per lo sviluppo sociale, nel 2008, i governi si sono impegnati nella realizzazione di azioni che abbiano come nobile e necessaria ambizione l’eliminazione della povertà, come atto internazionale che riguarda dimensioni etiche, sociali, politiche ed economiche.
L’impatto della pandemia da COVID-19 sulle divisioni sociali
Il 10 dicembre 2020, in occasione della Giornata Mondiale dei diritti umani, Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, chiedendo anche maggiori investimenti per una copertura sanitaria universale, ha evidenziato quanto la pandemia del Covid-19 abbia avuto un impatto sproporzionato sui diversi paesi, e soprattutto su gruppi particolarmente vulnerabili. Tra questi, infatti, possiamo certamente pensare ai lavoratori di diverse categorie, ai minori, alle persone con disabilità, agli anziani, alle donne vittime di violenza domestica, e alle minoranze in generale. Dunque il virus ha sicuramente incrementato la povertà, le disuguaglianze, le discriminazioni e le divisioni sociali. In poche parole, quella nobile e necessaria ambizione della Risoluzione delle Nazioni Unite del 2005 rappresenta, oggi, una nuova e complessa sfida.
Tutto questo riguarda certamente i governi e gli apparati amministrativi. Tuttavia, noi psicologhe del Filo Rosso riteniamo importante domandarci cosa vuol dire solidarietà per Noi, professionisti e cittadini che si ritrovano a essere protagonisti o osservatori di scelte governative e, più in generale, delle conseguenze della pandemia.
Ci sembra fondamentale sottolineare quanto la solidarietà, anche di fronte a problemi e disagi che ci appaiono lontani, o fuori dalla nostra portata, riguardi ciascuno di noi come essere umano pensante e “agente”. Forse nulla più del periodo storico che stiamo vivendo ci ricorda quanto l’azione di ciascun individuo possa condizionare quella degli altri, anche a livello globale.
Il bisogno relazionale tra altruismo e solidarietà.
Sul piano psicologico, è possibile associare la solidarietà all’altruismo e dunque a comportamenti pro-sociali, ossia ad azioni finalizzate al benessere di un’altra persona, senza l’aspettativa di una ricompensa per sé. Esistono, in realtà, diverse teorie psicologiche riguardo alle possibili motivazioni cognitive, affettive, evolutive o addirittura di personalità dei comportamenti altruistici. Tuttavia, ciò che più ci interessa, è sottolineare il valore imprescindibile della considerazione dell’altro, del dare all’altro, che può in molti casi accrescere la speranza e le risorse emotive di chi riceve ed è profondamente arricchente per chi dà. Essere solidali con gli altri, che vivono situazioni di difficoltà o che si ritrovano a condividere con noi condizioni di disagio (economico, psicologico, sociale, o di altro tipo) consente forse di sentirsi parte di una collettività positiva, in cui l’armonia e l’aiuto reciproco favoriscono l’attivazione di un circolo virtuoso di altre azioni altruistiche e solidali.
In alcune circostanze, tali atti risultano addirittura necessari alla sopravvivenza delle persone, come nel caso delle iniziative volontarie delle ‘spese solidali’ o delle diverse raccolte di fondi e donazioni destinate al nostro Sistema Sanitario Nazionale, in estrema difficoltà in tempi di pandemia.
Saldo e reale: la solidarietà come bussola sociale in termini di umanità e concretezza
Il filosofo Immanuel Kant scriveva:
La solidarietà del genere umano non è solo un segno bello e nobile, ma una necessità pressante, ‘un essere o non essere’, una questione di vita o di morte.
Oggi, più che mai, il valore della solidarietà dovrebbe rappresentare per ciascuno di noi una bussola, che possa sempre direzionare il nostro pensiero e le nostre azioni.
Non a caso, la parola solidarietà deriva dal latino “solidus”, che non significava solo duro, compatto, robusto, ma anche intero, pieno, saldo e reale. I legami tra le persone, infatti, vanno costantemente rinsaldati, rinforzati e forse a volte “riempiti” di parole, di azioni solidali o, talvolta, di rispettosi silenzi. Diversamente, perderemmo il riconoscimento reciproco come esseri Umani e tutta la bellezza e la potenzialità delle relazioni. Diversamente, come scriveva Kant, “si muore”.
Molto profondo e reale